Come curare le emorroidi con il laser

Le emorroidi rappresentano un fastidioso problema di salute che, spesso, è in grado di pregiudicare la serenità e la bontà della nostra quotidianità.

Ebbene, per chi fosse affetto cronicamente da questo problema, potrebbe essere utile sapere che esiste una nuova tecnica che sta innovando il modo con cui curiamo le emorroidi, un disturbo che colpisce tre milioni di italiani e che può portare ad anemia da carenza di ferro, per le continue perdite di sangue durante l’evacuazione.

La nuova tecnica di cura per le emorroidi si chiama Help (Hemorrhoidal laser procedure) ed è un trattamento ambulatoriale indolore che prevede l’utilizzo di particolari lunghezze d’onda. L’obiettivo è intuibilmente quello di produrre un’immediata fotocoagulazione dei gavoccioli (cioè, di quelle minuscole prominenze delle vene dilatate).

La procedura si avvale dell’utilizzo di una sonda endoscopica cilindrica, che ha una lunghezza di circa 9 centimetri e un diametro di circa 3 centimetri. Mediante tale dispositivo il chirurgo riesce a visualizzare meglio il campo operatorio, rappresentato dall’interno del canale anale, scegliendo dunque in che modo intervenire con maggiore efficienza. Tale fibra ottica è infatti collegata a una sonda laser che emette spot luminosi di 980 nm (nanometri) o di 1470 nm.

La prima lunghezza d’onda è utilizzata nel caso in cui a prevalere sia la componente vascolare (il gavocciolo appare molto rosso e congesto) e non c’è tessuto fuoriuscito. Di norma, invece, si tenderà ad utilizzare la seconda lunghezza d’onda, ovvero quella di 1470 nm, se sono presenti emorroidi di terzo grado, che sono caratterizzate da un iniziale prolasso (fuoriuscita dei gavoccioli dal canale anale). Naturalmente, trattandosi di una tecnica piuttosto versatile, che è possibile personalizzare sulla base delle specifiche condizioni delle emorroidi del paziente, risulta pure essere possibile combinare le due frequenze.

Ma come agisce la luce laser? Tecnicamente, la luce laser che è contraddistinta da una lunghezza d’onda più bassa è in grado di coagulare il sangue che scorre nelle vene delle emorroidi dilatate, senza far correre il rischio al paziente che siano intaccate le strutture circostanti, evidentemente molto delicate, e che potrebbero essere compromesse da tale azione. Di contro, la luce di lunghezza d’onda più alta è in grado di vaporizzare il tessuto prolassato.

Complessivamente, il vantaggio di questa tecnica è che l’intera operazione avrà una durata di soli 15 minuti ed è completamente indolore, sia perché viene spalmata nella zona anale e perianale una pomata anestetica, sia perché le mucose interne sono prive di terminazioni nervose, e dunque poco sensibili all’azione che verrà indotta mediante la tecnica Help, che permette così di trattare in maniera rapida e mininvasiva, con una ripresa immediata dell’attività lavorativa, tutte le emorroidi fino al terzo grado.

E il costo? L’onere per potersi liberare dalle emorroidi con questa tecnica innovativa si aggira intorno a 1.500 euro.

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