Cosa cambia con la nuova direttiva sul copyright

stress e smartphone

Divenuta realtà, ma ora in corso di recepimento da parte dei singoli governi nazionali (che potrebbero stravolgerne almeno in parte il contenuto e le applicazioni concrete), la nuova direttiva sul copyright promette di cambiare (e non di poco) le abitudini degli editori e dei publisher. Ma che cosa prevede la direttiva in concreto? E perché potrebbe cambiare il mondo dell’informazione su internet, almeno nei modi e nei termini in cui siamo abituati oggi a vederla?

Cosa prevede la direttiva

In primo luogo, è bene chiarire che la direttiva sul copyright approvata in sede comunitaria ha come principale scopo quello di obbligare le grandi piattaforme di Internet e gli aggregatori di notizie (dunque, si pensi a YouTube o a Google News) a corrispondere ai creatori di contenuti (artisti / musicisti / attori nonché le case editrici e i loro giornalisti) ciò che effettivamente spetta loro.

Attenzione, però, a non confondere la portata effettiva della direttiva. Il provvedimento approvato in sede comunitario non mira infatti a creare nuovi diritti o nuovi obblighi per le parti: dunque, in altri termini, ciò che è attualmente consentito e legale condividere, continuerà a esserlo anche nel nuovo contesto. Inoltre, il progetto di direttiva non concerne gli utenti o, almeno, non lo fa direttamente.

L’impatto sulle grandi piattaforme

Se la direttiva non impatterà sugli utenti finali, ovvero sui fruitori di contenuti informativi (o, ribadiamo, almeno non direttamente), lo stesso non può certamente dirsi sulle sulle grandi piattaforme online e sugli aggregatori di notizie come YouTube, Google News o Facebook, che sembrano essere i principali destinatari di questa novità particolarmente discussa.

In sintesi, la direttiva punta a imporre a questi ultimi l’obbligo di remunerare correttamente gli artisti e i giornalisti che creano le opere da loro utilizzate per realizzare guadagni. Ma ci riuscirà nel concreto? E come verrà applicata in sede nazionale da parte dei rispettivi governi?

Be the first to comment

Leave a Reply

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi