Le stock option di un dipendente dove vengono tassate? La risposta è relativamente semplice: si deve avere cura di osservare la residenza fiscale nel vesting period, in maniera tale che se costui in tale periodo ha svolto l’attività in Italia la tassazione avverrà nel nostro Paese.
Il caso concreto su cui le Entrate si sono espresse è quello di un contribuente che ha lavorato ad agosto in Italia, per poi trasferirsi in Svizzera da settembre, iscrivendosi all’Aire, dove ha ricevuto delle stock option legate ad un piano di incentivazione dei dirigenti che prevedevano un vesting. Le stock option facevano però riferimento al periodo maturato in cui lavorava in Italia, mentre l’esercizio è avvenuto mentre viveva in Svizzera e, dunque, il contribuente avrebbe voluto tassare i redditi in Svizzera, dove era residente al momento dell’esercizio delle stock options.
Il pensiero del Fisco era però differente. Le Entrate ricordano infatti che secondo il Tuir si considerano residenti, salvo prova contraria, i cittadini italiani cancellati dalle anagrafi della popolazione residente e trasferiti in Stati o territori aventi un regime fiscale privilegiato. Si tratta di una presunzione legale relativa che addossa l’onere della prova sul contribuente e che vale anche nel caso della Svizzera, ricompresa nella lista.
Per quanto poi attiene il reddito da lavoro dipendente, a cui si può ricollegare anche la stock option e ogni fringe benefit, si considerano prodotti in Italia i redditi di lavoro dipendente prestato nel territorio dello Stato. Bisogna però considerare anche la convenzione Italia Svizzera, e il fatto che il modello Ocse ricomprende anche le stock option nei redditi di lavoro dipendente, osservando che si guarda al luogo in cui l’attività è svolta, indipendentemente dal momento in cui il reddito è corrisposto e dal fatto che la tassazione avvenga quando il dipendente non lavora più in quello Stato.
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