Tutti i dati dal nord al sud sull’aumento delle richieste di psicoterapeuti e psicologi

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Lo stress psicologico causato dai ritmi frenetici della società è sempre molto alto e, durante la pandemia globale da Covid-19, è aumentato a dismisura causando forti disagi anche a persone con una salute mentale eccellente.

Questa constatazione è stata identificata da un’indagine condotta da diverse associazioni, in particolare dalla Federazione Svizzera delle Psicologhe e degli Psicologi (FSP), dall’Associazione Sicurezza e Prevenzione (ASP) e dall’Associazione svizzera della psicologia applicata (SBAP), a cui hanno preso parte circa 1700 professionisti provenienti dal territorio nazionale ed estero.

Secondo gli esperti del settore, numerosi psicoterapeuti durante la pandemia hanno avuto un aumento di richieste da persone con disagi psichici che necessitavano di una terapia. La prima e la seconda ondata dell’emergenza sanitaria, con i conseguenti lockdown e le problematiche economiche, hanno peggiorato la situazione e incrementato del 60% le richieste di consulenze psicologiche.

Molte delle persone che avevano la forte necessità di avere una consulenza, si sono rivolte ai numerosi psicologi e psicoterapeuti che offrivano consulenze online mediante videochiamate, chiamate telefoniche e chat. Ancora oggi è possibile consultare uno psicologo online su Cozily, la piattaforma che permette di avviare consulenze psicologiche virtualmente con professionisti del settore da selezionare in base alle proprie esigenze.

Aumento delle richieste di psicologi e psicoterapeuti: le motivazioni

I problemi e i sintomi più comuni che la maggior parte degli individui hanno riscontrato durante la pandemia sono legati ad un peggioramento dei problemi mentali già presenti nei pazienti o alla manifestazione di nuove problematiche dovute al forte stress.

I sintomi che accomunano tutti gli individui sono i diversi stati di depressione, disturbi ossessivi-compulsivi, problemi di coppia o famigliari, disturbi d’ansia e uno stress eccessivo causato dalla mancanza di lavoro, dal cambiamento drastico nell’ambiente lavorativo o dalla scuola, nel caso di studenti universitari e della scuola superiore.

Perché le persone rinunciano alla terapia psicologica

Nonostante la presenza dei sintomi che chiaramente descrivono un quadro psicologico che necessita di una cura, l’86% di psicoterapeuti che hanno partecipato all’indagine effettuata dalle associazioni psicologiche, dichiarano di ricevere frequentemente delle richieste di consulenza che, in un secondo momento, sono annullate a causa di motivi finanziari.

Molti pazienti rinunciano o interrompono a metà percorso la consulenza psicologica perché non hanno le risorse economiche necessarie per effettuare il pagamento del servizio. Si tratta di una condizione comune da Nord al Sud d’Italia, che mette in seria difficoltà anche gli psicologi e gli psicoterapeuti che lavorano per istituti regionali e comunali (dove la consulenza è gratuita), perché si creano delle liste d’attesa molto lunghe.

Oggi, grazie alle risorse online e ai numerosi professionisti che offrono un servizio accessibile, è possibile iniziare un percorso psicologico online ad un costo contenuto. Questo permette, anche a coloro che non hanno molte risorse finanziarie, di accedere più facilmente al servizio e di iniziare nel più breve tempo possibile la terapia adeguata.

La situazione attuale dei servizi psicologici: tutti i dati

Come riportato dal presidente del Consiglio Nazionale Ordini Psicologici, Lazzari, rispetto al periodo antecedente la pandemia, i sintomi depressivi colpivano solo il 12,9% della popolazione al di sotto dei 18 anni e i disturbi di ansia erano assoggettati all’11,6% dei minori.

I dati analizzati fino a pochi mesi fa, invece, dichiarano un aumento molto preoccupante del 25,2% per gli stati depressivi e del 20,5% per i disturbi d’ansia. Riguardo agli adulti, invece, risulta un aumento del 27% per i disturbi depressivi e del 25,2% per i disturbi d’ansia.

L’Unicef, lo scorso ottobre ha pubblicato un rapporto dichiarando che il quadro della situazione potrebbe ulteriormente peggiorare nel prossimo anno, soprattutto riguardo i bambini: 1 minore su 5 ha sintomi depressivi, 1 su 3 vive una situazione di forte disagio psicologico e 1 su 7 soffre di patologie psichiche strutturate.

 

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